mercoledì 14 aprile 2010

LA VERA STORIA DEL CAMPIONATO

Tutto quello che gli occhi hanno visto ma che il cervello non ha capito...

EPISODIO IV
Non in porta chi...basta trovallo!

La decisione era stata presa: sarà Serie B. Il problema apparentemente incolmabile adesso era solo uno: sostituire in porta il vecchio goalkeeper Massimo. Come ricorderete, infatti, Massimo era stato chiamato in Francia immediatamente dopo la laurea, come premio di una vita di sacrifici e dedizione per l’ingegneria e la vulva.

Massimo Zoppi nasce per partenogenesi (dal greco parthenogenes cioè generazione da una vergine e i cioè i) di sua spontanea volontà a Pistoia il 31 Marzo del 1983, malgrado ostetrica ed infermieri vari spingessero con tutta la loro forza per farlo rimanere dentro: per lo shock subìto vaga ancora oggi per il mondo cercando di rientrare dentro…la maggior parte delle volte invano. A soli 2 mesi di vita era già alto quanto il seggiolone ed i genitori erano disperati perché consumava una mucca al giorno tra latte e carne, alzava mezzi di trasporto ed era sessualmente precocissimo.

Distrusse accuratamente il letto a sponde e con il legno ricavato costruì una porta di calcio. Alle mani due pannoloni Pampers ed i guanti da portiere erano pronti. Parare diventò la sua attitudine migliore.

Massimino, già da piccolo, si divertiva a intercettare oggetti vaganti per casa come: mosche, foglie secche e cestelli della lavastoviglie. I suoi cari nonni, notando questa capacità innata, proposero lui di cimentarsi nel nobile sport chiamato Tressette, sport in cui sarà campione regionale del circuito professionisti nel 1986.

A 5 anni, raggiunte tutte le soddisfazioni in questo gioco, iniziò la carriera del nuoto, purtroppo smettendo solo 6 mesi dopo quando la piscina divenne troppo piccola per lui. L'incontro col FUTBOL avverrà casualmente quando, al campino delle Fornaci, si ritrova a giocare insieme a Tony lo Zingaro, Jean-Claude Van Damme, Roberto Carlos, Jackie Chan e Mino Reitano. Da loro imparò, tra sudore, fatica e sangue, l’arte della parata.

Dopo essere diventato il portiere più forte di casa sua decise di darsi all’ingegneria delle telecomunicazioni (versione per parenti ed amici) ed invece fu arruolato da una società segreta francese che lo stava addestrando per una missione fondamentale per l’umanità che sarebbe iniziata dopo la sua presunta Laurea. Ma adesso tralasciamo tutto ciò (ne parleremo nei prossimi capitoli) e torniamo al BlackMamba.

L’ordine per tutti era chiaro e semplice: trovare un portiere che potesse dare garanzie e sostituire Massimo sia dentro che fuori dal campo (caratteristica facoltativa ma assai gradita allo stesso Coppa e a Ciccio). Una volta trovati abbastanza portieri si sarebbe passati a fare una selezione accurata dei presenti attraverso le tre prove assolute: rimanere per un’ora in una stanza chiusa al buio con Ciccio uscendone vergine dall’ano, rimanere per un’ora in una stanza chiusa con l’Arca impedendogli di phonarsi e pettinarsi il ciuffo, rimanere un’ora in una stanza chiusa con Buso…
Chi avesse superato tutte le prove sarebbe stato sicuramente l’unico adatto a difendere la porta del BlackMamba. Il Presidente lanciò il grido per far iniziare la ricerca: “Non in porta chi…basta trovallo!”

L’impegno di tutti fu enorme tanto che tutti riuscirono a portare almeno un candidato alla riunione indetta dal Presidente in una calda sera di Settembre…

2 commenti:

Spallino ha detto...

Prossimo episodio: LA SELEZIONE

dr.zup ha detto...

spallino tu sei un malato :)